Centro Antico 2° Edizione

Questa è la pagina della 2° Edizione del volume "Centro Antico". Per vedere la pagina della 1° edizione clicca qui.
 

Fronte copertina Atlante I Volume - Centro Antico 2Ed

La collana Napoli. Atlante della Città Storica, è nata nel 2002 con il primo volume CENTRO ANTICO, riguardante la parte più densa, antica e stratificata della città. Dopo avere pubblicato successivi nove volumi per un totale di dieci titoli riguardanti altrettante parti urbane, abbiamo deciso di rifare, rivedendoli e ampliandoli, i volumi che dopo questi quindici anni risultano esauriti, vale a dire i primi tre: Centro Antico 2002, Quartieri Bassi e Il Risanamento 2003, Quartieri Spagnoli e Rione Carita’ 2004.

Questo che pubblichiamo, CENTRO ANTICO, è il primo dei nuovi volumi; è un libro del tutto nuovo, completamente rifatto nell’apparato iconografico, ovvero documenti e foto, il quale passa dalle circa 650 pagine del 2002 alle 1000 del 2017: esso si adegua ai progressi della collana raggiunti con l’avanzare del lavoro, e ridà all’opera complessiva il suo volume principale.

Con il saggio “Napoli antica” di Daniela Giampaola, esso si arricchisce della indispensabile premessa alla storia millenaria della città, frutto di una straordinaria successione di studi e risultati pratici del lavoro della soprintendenza archeologica. Si accompagnano inoltre altri saggi di studiosi su argomenti diversi riguardanti il Centro antico. La trattazione è stata estesa a Castel Capuano con un saggio di Luciana Di Lernia, in sostanza un ulteriore capitolo.

Bottello generale Centro Antico

 

Descrizione della I edizione:

In 54 capitoli il volume Centro Antico descrive in modo ordinato e sistematico, minuziosamente e senza pregiudizi, la formazione della città fondata dai Greci, attraverso le successive trasformazioni nelle epoche romana, ducale, angioina, aragonese, vicereale, borbonica, fino alle vicende di fine Ottocento e del Novecento.

Oggetto della trattazione è innanzitutto la storia e la forma delle parti, per poi analizzare con intento di completezza i singoli edifici ed i monumenti, affermando relazioni e autonomie tra valori individuali e collettivi. Cerca corrispondenze tra la vitalità di Napoli, città abitata, e la "forma urbis"; racconta di un impianto che è rimasto per 2.500 anni uguale a se stesso, pur cambiando sempre: "una bella città non può che diventare più bella".

Gli isolati stretti e allungati dell'impianto greco, i grandi monasteri, i palazzi del Rinascimento; ma anche le mura e le importanti trasformazioni dell'Ottocento, via Bellini, via Duomo, via Cirillo ...

È la città dove l'architettura è senza dubbio costruzione artificiale, la natura è lontana, e all'improvviso ti sorprende nei chiostri. Nella parte di città più conosciuta, S. Chiara - S. Gregorio - Spaccanapoli - via Tribunali, c'è ancora molto da scoprire: i numerosi e sconosciuti palazzi del Quattrocento, il Palazzo Avellino sviluppatosi nel monastero di S. Potito, tratti di mura e torri aragonesi nelle case di via Cesare Rosaroll. La città esprime la persistenza della sua forma in un continuo divenire; la bellezza individuale delle architetture qui si confonde con la bellezza della città.